sabato 7 febbraio 2009

non si può non dire nulla

l'università è importante. ma la facoltà in cui studio, giurisprudenza, ha un'importanza peculiare: si studiano le regole della convivenza civile, delle norme che consentono alla società di tenersi insieme. in questi giorni non si può non aver voglia di urlare di fronte al disprezzo che viene dimostrato per questo sistema. è la forza del diritto che dovrebbe permettere ad un padre, che vuole compiere la volontà della figlia e condurla verso la fine naturale della sua vita, di portare a termine questo compito così doloroso. l'aberrazione più grande di questa vicenda è l'unione tra il contenuto e la forma: non soltanto una sequela di dichiarazioni aberranti di un irresponsabile sovversivo che finge di ricoprire il ruolo di capo di un Governo democraticamente eletto ("può generare un figlio", "ha un bell'aspetto", "ci sono le funzioni vitali, come il ciclo mestruale"...), non soltanto l'ostinazione clericale di voler imporre una legge che vieti a ciascuno di noi di disporre di se stessi dopo essere stati attaccati ad una macchina, non soltanto la mancanza di qualsiasi umanità in questioni tanto delicate quanto complesse; anche il tentatitvo di imporre tutto questo con delle forme che sono al di fuori di qualunque regola democratica e costituzionale. Non c'era la necessità e urgenza per il decreto legge, non ha senso un conflitto di attribuzioni tra magistratura e parlamento su una sentenza, è privo di qualsiasi significato giuridico dire che "i magistrati non possono giudicare in assenza di una legge", visto che è vero l'esatto contrario: il magistrato ha il dovere di emettere un giudizio, anche in assenza di una legge, basandosi sui principi generali dell'ordinamento. Tutte queste cose mi sono state insegnate all'università e mi piacerebbe pensare che, nonostante tutto, abbiano ancora un senso e possano far nascere in tutti la consapevolezza che questa volta la ragione sta da una parte sola, che è la parte della famiglia Englaro.

1 commento:

  1. La cosa più incredibile (in aggiunta a ciò che hai scritto tu) è che Beppino Englaro è stato accusato di omicidio, chiamato assassino nonostante avesse agito in piena legalità. Ricordiamoci infatti che non solo la Corte d'Appello aveva accolto la richiesta di fermare l'accanimento terapeutico ma anche la Corte di Cassazione (che il più delle volte le sentenze emanate da quest'ultima hanno forza di legge o fanno giurisprudenza) ha confermato il corretto svolgimento della pratica della Corte d'Appello.
    Questa storia ha davvero dell'incredibile: ci troviamo in un paese in cui lo sciacallaggio politico è all'ordine del giorno.

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